domenica 22 aprile 2012

Pacifisti contro i bambini palestinesi... perché?



Da giorni continuano ad arrivarmi lettere di amici che hanno a loro volta ricevuto una orribile lettera scritta da un gruppo che si oppone al contributo della Chiesa Valdese con l'8 per mille al progetto "Saving Children". La lettera giunge da parte da un gruppo italiano che si chiama Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per Israele e da "Ebrei contro l'occupazione", in modo capillare sembrano arrivare a chiunque abbia devoluto l'8 per mille alla chiesa valdese. Questa è una mia (parziale) risposta, la giro con la sensazione che a volte mi sembra che non ci sia proprio fine all'odio umano... e un po' mi dispero. Ecco qui, comunque, e scusatemi se non voglio neanche cercare di puntare il dito su tutte le inesattezze di quella brutta lettera.Manuela Dviri


Saving Children non è solo un progetto umanitario come ce ne sono molti, tutti validi, tutti preziosi, tutti creati per alleviare la sofferenza del popolo Palestinese , Saving Children è un progetto unico, rarissimo nella sua semplicità , nato nel cuore della piccola parte della società israeliana che ha ancora, malgrado tutto, a cuore il futuro della società palestinese e la salute dei loro bambini e non si arrende davanti alle difficoltà, continuando a lavorare con i Palestinesi in un rapporto di parità e rispetto per l'altro. Cercare di spegnere quella piccola luce di cooperazione tra i due popoli nel buio della violenza che li circonda è un atto, a mio parere, di grande violenza. 

Il progetto, nato da una richiesta di aiuto ricevuta da una madre palestinese e da un'idea di Shimon Peres, Premio Nobel per la Pace con Yasser Arafat e Yzhak Rabin, attuale Presidente dello Stato d'Israele, è un progetto a breve termine di "pronto soccorso" di aiuto a bambini palestinesi malati che per varie ragioni (come mancanza di strutture adeguate in Palestina o di medici palestinesi specializzati) vengono curati (gratis) in Israele. Il progetto si uccupa naturalmente anche del passaggio dei bambini in Israele, e delle loro famiglie.

Noi tutti speriamo che possa terminare il prima possibile, nè abbiamo alcuna intenzione di indebolire il sistema sanitario palestinese. Al contrario, "Saving" è infatti affiancato da un altro progetto, quest'ultimo a lungo termine, di training di medici palestinesi in ospedali israeliani, nella piena collaborazione con il Ministero della Sanità Palestinese, attraverso il quale già 160 medicini palestinesi si stanno o si sono specializzati in ospedali israeliani per poi tornare a lavorare negli ospedali palestinesi. 
Entrambi i progetti sono gestiti dal Dipartimento di Medicina del Centro Peres per la pace , in modo del tutto autonomo , e da due persone in tutto. Il dipartimento riceve inoltre uno sconto del 30-50% su tutte le procedure fornite dagli ospedali israeliani.

I bambini (ne sono stati curati negli ospedali israeliani fino ad ora circa 9000) sono indicati sempre e solo da medici palestinesi, e l'accettazione è decisa sempre e solo da medici palestinesi che sono a conoscenza di tutte le opzioni alternative all'interno del sistema sanitario palestinese. I casi di cui Saving si occupa sono quelli che hanno esaurito tutte le altre opzioni a causa della loro complessità o per altri motivi. In breve, la maggior parte dei bambini che passano attraverso questo programma hanno ben poche possibilità di sopravvivere altrimenti. 
Anzi, nessuna. Lo sanno bene i genitori dei bambini, lo sanno bene i loro medici. 

Il Centro Peres all'interno del quale si trova "Saving Children" è una ong non-politica e non è finanziato dal governo israeliano, nè ha alcun rapporto con il governo israeliano. Tutte le sue finanze,( che in tempi di crisi economica sono naturalmente molto diminuite) provengono da donazioni, la maggior parte, da fonti esterne ad Israele.

E naturalmente saremo anche ben lieti di fare incontrare i contestatori del progetto con la direttrice del progetto , Rahel Hadari, o invitarli a venire in loco e a toccare con mano la realtà di cui sto parlando perchè si possano rendere conto della sua trasparenza e dell'assurdità della loro contestazione. Quale sarebbe la loro alternativa? Preferirebbero forse veder morire dei bambini pur di dimostrare la malvagità di tutti gli israeliani, ovunque e comunque?

forse sì, ma non ci voglio neanche pensare.




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Pubblicato in facebook da Manuela Dviri, che ha gentilmente messo il testo a disposizione della condivisione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe sapere perchè la chiesa valdese ha destinato fondi dell' 8 per mille all'organizzazione Sionista "centro Peres" piuttosto che a questa organizzazione. vedi
http://www.facebook.com/pages/Soccorso-medico-per-i-bambini-palestinesi/336826689709465

Ricercatori nel web ha detto...

Che dire? Bisognerebbe innanzitutto capire che significa per te "organizzazione Sionista"... è una specie di insulto?

E se invece significa semplicemente "organizzazione israeliana" allora la domanda te la faccio io: dov'è la stranezza?

La Chiesa Valdese nei secoli si è distinta per il suo altissimo grado di eticità e per la fratellanza che ha sempre dimostrato verso gli oppressi e i perseguitati.

Se ha scelto proprio quell'organizzazione e non quella che tu segnali o un'altra ancora fra le tante che si occupano di bambini palestinesi, una ragione c'è di sicuro.

Comunque noi non rispondiamo di certo per i Valdesi, lo puoi chiedere direttamente a loro via mail, oppure puoi leggere la risposta ufficiale che la Chiesa Valdese ha fornito ai sostenitori di questo assurdo boicottaggio.

Un saluto!