mercoledì 2 maggio 2012

Israele e la guerra dei media, parte II



L’antisemitismo del blocco dell’Est


Lo scatenarsi di una violenta campagna di antisemitismo, per iniziativa degli Stati del blocco dell’Est, fu una conseguenza diretta della vittoria di Israele nella Guerra dei Sei Giorni. Secondo Stefan Possony, esperto americano in strategia e specialista dell’Europa dell’Est, la Komsomolskaya Pravda espresse il 4 ottobre 1967, con il messaggio seguente, l’essenziale di questa propaganda: “Il sionismo si consacra al genocidio, al razzismo, al tradimento, all’aggressione ed all’annessione dei territori… tutti gli attributi caratteristici del fascismo.”

Anche Léon Poliakov rilevo’ propositi di quest’ ordine nel contenuto di questo documento, che l’autore sovietico aveva estratto da una brochure apparsa nel 1957, quando Johann van Leers era responsabile della propaganda antisemita in Egitto. Questo fatto significativo segnala che la propaganda nazista, proveniente dall’Egitto di Nasser, ebbe influenza sulla propaganda antisemita dell’Unione Sovietica. Ma ci fu un altro canale di trasmissione, grazie al quale la propaganda nazista più autentica potè mettersi in moto direttamente.

Il 6 Settembre 1968, il Dr. Simon Wiesenthal tenne una conferenza stampa a Vienna, nel corso della quale accuso’ la Repubblica Democratica Tedesca di utilizzare un vocabolario identico a quello dell’epoca nazista per condannare Israele. Il titolo della pubblicazione che distribui’ in quell’occasione era: Lo stesso linguaggio: prima nella bocca di Hitler, ora in quella di Ulbricht. In questa pubblicazione ben documentata, Wiesenthal ed i suoi consiglieri identificarono trentanove nazisti, in posizioni elevate durante il Terzo Reich, che erano riusciti a farsi strada al servizio della Repubblica Democratica Tedesca.

Alcuni di questi erano molto ben piazzati. Non è strano che uno degli strumenti di propaganda che essi avevano utilizzato fosse l’inversione della realtà, quando accusavano Israele di essere l’aggressore. Questi fatti possono spiegare perché il Blocco dell’Est si impadroni’ dei temi della propaganda antisemita nazista.

Nel suo “La politica antifascista nella Republica democratica tedesca” J. H. Brinks ha spiegato come nessun ostacolo ideologico impedisse la cooperazione tra membri del partito comunista e i nazional-socialisti, poiché essi erano stati alleati in passato. Cioè finché Hitler non invase l’Unione Sovietica. La vera linea del Partito prese forma in una breve opera intitolata: Attenzione al sionismo! Saggio sull’ideologia, l’organizzazione e la pratica del sionismo. Il suo autore fu Yuri Ivanov, uno specialista del sionismo al Comitato Centrale del partito.  All’inizio del 1969, la Casa editrice di Scienze politiche di Mosca (Krasny Proletary) diffuse questo libro di circa 173 pagine, stampato in 75 mila esemplari, venduto al prezzo modico di 27 kopechi.

C’è da aggiungere che con il cambiamento d’orientamento diplomatico della Francia in favore della causa araba, per la sua grande influenza in Europa, i messaggi anti-israeliani guadagnarono progressivamente credito nel continente. Lo storico Bat Ye’or ha rilevato che la Seconda conferenza internazionale di sostegno ai popoli arabi, al Cairo 1969, fu un punto di svolta per l’Europa. Il suo obiettivo principale fu “manifestare ostilità verso il sionismo e la solidarietà con le popolazioni arabe di Palestina”. Lo storico inglese, Arnold Toynbee e Jacques Berque, specialista francese del mondo arabo, parteciparono a questo avvenimento.



Gli statuti di OLP e  Hamas


Quando ci si affaccia sugli sviluppi di quest’epoca, si devono menzionare le differenti versioni della carta fondatrice dell’OLP, a partire dal 1964. Essa fornisce un messaggio ideologico codificato che incarna le rivendicazioni e i miti palestinesi. In principio questa carta non ebbe molto effetto, ma dopo il 1973, divenne il credo dell’OLP. E’ importante fare osservare che Ion Mihai Pacepa, ex capo dei servizi segreti rumeni, passato a Ovest, rivelava:

« nel 1964, fu il primo Consiglio dell’OLP, composto di 422 rappresentanti palestinesi scelti dal KGB ad approvare la carta nazionale palestinese. Il documento fu redatto a Mosca. Mosca fu anche all’origine della Carta nazionale palestinese e della costituzione palestinese, redatte con l’aiuto di Ahmed Chukeiry, un agente di influenza del KGB, che divenne primo presidente dell’OLP» QUI

Il prof. Yehoshafat Harkabi fu il primo ad accorgersi dell’importanza di questo documento. Nella sua introduzione al suo commento al testo della carta palestinese, Harkabi osservava che il carattere assoluto dell’inversione della realtà da parte dei Palestinesi, era nella sua essenza totalitario:

« Il movimento palestinese rivendica caratteristiche di natura “assoluta” e “totale”. C’è una sola giustizia assoluta nelle posizioni palestinesi, opposta all’ingiustizia assoluta di Israele…il diritto è unicamente da parte palestinese, sola degna di accedere all’auto determinazione; gli Israeliani sono appena creature umane, che possono, al massimo, essere tollerate dallo Stato palestinese in quanto individui, o in quanto comunità religiosa… il legame storico degli Ebrei con la terra d’Israele è un raggiro; il legame spirituale, espresso nel giudaismo dalla centralità con la terra d’Israele, una falsificazione; decisioni internazionali come il Mandato accordato dalla Società delle Nazioni, o la Risoluzione delle Nazioni Unite per la spartizione della Palestina, sono considerate nulle e non avvenute. » Y. Harkabi, The Palestine Covenant and its Meaning [La Charte de la Palestine et sa signification] (Londres : Vallentine, Mitchell, 1979), 12, 13.

Il contenuto della carta dell’OLP è essenziale per permetterci di comprendere cio’ che l’Autorità palestinese è oggi. Il fatto che Yasser Arafat abbia rifiutato di modificare questo documento, cosa che ha finto di fare in presenza del Presidente Clinton, il 4 Dicembre 1998, è la miglior indicazione delle sue intenzioni reali. Il contenuto della carta di Hamas del 1988, è dello stesso ordine. QUI Küntzel vi ha rintracciato il particolare metodo d’inversione della realtà delle fonti naziste:

« L’impatto rinnovato delle teorie della cospirazione, di matrice nazista, saltano agli occhi nella Carta dei Fratelli musulmani di Palestina, più noti con il nome di Hamas.  Adottata nel 1988, la carta si serve in modo esplicito della retorica antisemita dell’ex Mufti’ di Gerusalemme, che aveva ricalcato il suo discorso da quello nazista. Secondo questa carta “gli ebrei erano dietro la Rivoluzione francese, e a quelle comuniste “. Erano “dietro la prima Guerra Mondiale con lo scopo di eliminare il Califfato islamico… e sono stati dietro la Seconda Guerra mondiale. Se ne sono serviti per guadagnare cifre enormi grazie alla vendita delle armi, e preparare la fondazione del loro Stato”. Hanno creato le Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza… per regnare sul mondo per mezzo dei loro intermediari. Non c’è guerra, ovunque, che non porti il loro marchio”. Il testo originale della carta l’afferma chiaramente all’art. 32, dove è scritto che le intenzioni dei sionisti  “sono state rivelate dai Protocolli dei Savi di Sion, la loro condotta attuale è la miglior prova della veridicità di quanto ci è scritto “. »



“Sionismo= razzismo”


Il 10 novembre 1975, l’Unione Sovietica ed i suoi alleati fecero votare la risoluzione  3379 dell’Assemblea generale dell’ONU, intitolata “Il sionismo è un razzismo”, che trasformo’ uno slogan antisemita in “verità” internazionalmente riconosciuta. I rabbini Abraham Cooper e Harold Brackman spiegarono che il termine “razzismo” era stato inventato nel 1936 per allineare l’opinione politica e scientifica in vista di controbattere la dottrina nazista della “superiorità della razza ariana” paragonata agli ebrei e ai cosiddetti sotto uomini “. Accettare l’equivalenza sionismo=razzismo costitui’ una grave accusa e un’inversione della realtà.

Sebbene la risoluzione 3379 sia stata finalmente abrogata, il 16 dicembre 1991, e l’Unione sovietica relegata a statuto di storia passata, poco tempo dopo (il 26 dicembre 1991), il pregiudizio causato a Israele fu considerevole. Riducendo una questione complessa a slogan, questa accusa, che rovesciava la verità, impedi’ ogni dibattito razionale sui veri problemi del Medio Oriente. Nell’epoca della comunicazione di massa nella quale lo studio del passato non è più di moda, slogans come “sionismo=razzismo” si sono sostituiti alla realtà dei fatti. Hanno invaso i discorsi dominanti e le coscienze di un largo pubblico sprovvisto di senso critico.

I nemici di Israele hanno lanciato molte accuse negli anni che hanno seguito la risoluzione 3379 ; ma, per un certo periodo hanno risparmiato a Israele una nuova offensiva generale contro la sua legittimità. Le cose sono cambiate con la Conferenza mondiale dell’onu contro il razzismo, a Durban, dal 28 agosto all’ 8 settembre 2001. Durban fu teatro di discorsi e manifestazioni antisemite e anti israeliane di una intensità tale che non si conosceva dagli anni ’30. QUI

La ripetizione di un messaggio sempre identico, anche dopo decenni, è una costante nota della propaganda di massa moderna.



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FONTE:


Joel Fishman Jerusalem Center for public Affairs 3 juin 2007
http://www.danielpipes.org/rr/4465.php

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