Sionismo


David Lloyd George: dalla Dichiarazione Balfour all'infamia del White Paper. Gli inglesi non mantennero il patto con la comunità ebraica


...Gli Ebrei hanno scelto di accettare la nostra parola a preferenza di quella data loro dai tedeschi. La famosa dichiarazione Balfour sulla creazione di una patria per gli ebrei nella terra di Canaan non è stata un'offerta scaturita dalla nostra grazia sovrabbondante. E' importante e si deve tenere ben presente che si trattava di un patto che richiedeva il contraccambio... CONTINUA A LEGGERE QUI


Israele non è nato dalla Shoah: la favola della "gentile concessione"

Alle origini della nascita della Stato di Israele non vi è l’Olocausto ma il riconoscimento di un diritto e l’impegno esercitato dal movimento sionista...CONTINUA A LEGGERE QUI

Essere sionisti nel 1967: Martin Luther King e la sua "Lettera a un amico anti-sionista"

"Pace per Israele significa sicurezza, e dobbiamo con tutti i nostri mezzi proteggere il suo diritto a esistere. Israele è uno degli importanti avamposti della democrazia nel mondo, è un meraviglioso esempio di come una terra arida può essere trasformata in un'oasi di fratellanza e di democrazia. Pace per Israele significa sicurezza, e la sicurezza deve essere reale... CONTINUA A LEGGERE QUI

Bensoussan, un libro contro il pregiudizio “Israele non è nato dal senso di colpa dei Paesi europei”


Israele è nato dalla Shoah. Un pregiudizio diffuso e allarmante, un concetto utilizzato dai detrattori per delegittimare l’esistenza stessa dello Stato israeliano. Contro questa falsa concezione il professor Georges Bensoussan, docente all’università Sorbona IV, oppone la storia, i fatti... CONTINUA A LEGGERE QUI

Sono un profugo (ebreo)

Mio padre e la sua famiglia erano algerini, membri di una comunità ebraica vecchia di migliaia di anni le cui origini risalivano a ben prima della conquista araba del nord Africa ed della stessa nascita dell’Islam...CONTINUA A LEGGERE QUI

Essere sionisti nel 1967: Indro Montanelli sul Corriere della Sera


Che i profughi palestinesi siano delle povere vittime, non c’è dubbio. Ma lo sono degli Stati Arabi, non d’Israele. Quanto ai loro diritti sulla casa dei padri, non ne hanno nessuno perché i loro padri erano dei senzatetto. Il tetto apparteneva solo a una piccola categoria di sceicchi, che se lo vendettero allegramente e di loro propria scelta... CONTINUA A LEGGERE QUI

IL NUOVO ANTISEMITISMO SI GIOCA ALL'ONU: riassunto in 9 slide

Il primo tentativo evidente di legittimare una nuova FORMA ISTITUZIONALIZZATA DI ANTI-SEMITISMO, tramite la condanna dello Stato di Israele, non per le sue azioni, ma per la sua sola esistenza, si ebbe nel 1975, quando con una incredibile Risoluzione (la 3379) l'ONU di fatto ufficializzò l'equazione SIONISMO=RAZZISMO su basi puramente ideologiche. La risoluzione fece scandalo, tanto che l'allora Ambasciatore di Israele per le Nazioni Unite, Herzog, dopo un memorabile discorso la stracciò di fronte all'assemblea...CONTINUA A LEGGERE QUI

Essere sionisti nel 1975: Chaim Herzog e il suo discorso all'ONU (completo)

In merito all'adozione della risoluzione ONU 3379 che includeva l'equazione Sionismo=razzismo, l'Ambasciatore d'Israele Herzog insorse per denunciare la bassezza della risoluzione stessa e di coloro che si accingevano a votarne l'adozione. Nell'occasione tenne un discorso memorabile sull'origine e il significato del Sionismo e sul suo legame inscindibile col Popolo Ebraico, che in quel momento egli rappresentava di fronte ad un consesso di nazioni apertamente ostili... CONTINUA A LEGGERE QUI


Ma allora non si puo' criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo?

Girando nel web, intervenendo nelle discussioni, leggendo cio' che scrivono gli altri, si riesce a collezionare in breve tempo un numero di commenti esemplificativi del "comune sentire" rispetto alla questione Israelo-palestinese. Strabilianti per numero e varietà! Frasi brevi di solito, poco o punto argomentate e pero' illuminanti circa il pregiudizio e la completa ignoranza che circonda tutto quanto riguardi la storia di Israele e la conoscenza dell'ebraismo. Ovviamente chi si espone scrivendole in pubblico è convinto si essere, al contrario, perfettamente edotto in materia. Le possiamo suddividere in categorie; cominciamo dalla più divertente... CONTINUA A LEGGERE QUI


Essere sionisti nel 1975: Herbert Pagani

Di passaggio a Fiumicino sento due turisti dire, sfogliando un giornale: “Fra guerre e attentati non si parla che di ebrei, che scocciatori…” È vero, siamo dei rompiscatole, sono secoli che rompiamo le balle all’universo. Che volete. Fa parte della nostra natura. Ha cominciato Abramo col suo Dio unico, poi Mosè con le Tavole della Legge, poi Gesù con l’altra guancia sempre pronta per la seconda sberla, poi Freud, Marx, Einstein, tutti esseri imbarazzanti, rivoluzionari, nemici dell’ordine. Perché?... CONTINUA A LEGGERE QUI


Sfatiamo un po' di miti sulla storia dello Stato di Israele

Non è vero che nel '48 gli ebrei hanno rifiutato la spartizione della Palestina mandataria decisa dalle Nazioni Unite: Israele non solo la ha accettata, ma nel '48 è stato anche istituito un Governo palestinese per la Palestina con sede a Gaza, sotto protezione egiziana, ed un altro con sede a Ramalla, sotto la protezione giordana ed irakena (che nel suo primo raduno nel '48 dichiarò di volere l'annessione alla Giordania). Il problema è stato che sia la Giordania, che l'Irak, che l'Egitto volevano la Palestina per sé e quindi gli arabi hanno rifiutato di accettare uno Stato palestinese... CONTINUA A LEGGERE QUI

Essere sionisti nel 2002: Indro Montanelli, Soltanto un giornalista

Gli anni Cinquanta si chiusero per me con una rivelazione: lo Stato d'Israele. (...) Sul contenzioso fra arabi e israeliani, in quei giorni mi feci due idee generali alle quali sono rimasto aggrappato... CONTINUA A LEGGERE QUI

Yeoshua: chi è un Sionista?


Fino alla creazione dello stato d’Israele, un sionista era definito come “qualcuno ... che vuole stabilire uno stato ebraico in Eretz Israel.” Il desiderio di creare uno stato ebraico in Eretz Israel non poteva più definire il termine “sionista” dal momento che lo stato di Israele era già stato creato. La definizione che si addice al periodo successivo il 1948 è quindi la seguente: sionista è chi accetta il principio secondo cui lo stato di Israele appartiene non solo ai suoi cittadini, ma anche a tutto il popolo ebraico... CONTINUA A LEGGERE QUI

Israele Stato ebraico: il diritto all'autodeterminazione


Diritto all'autodeterminazione del popolo ebraico. Il concetto di "stato ebraico" designa l'aspirazione nazionale del popolo ebraico all'autodeterminazione sul territorio del suo stato. Si tratta di un diritto attribuito a tutto il popolo dal diritto internazionale in materia di diritti dell'uomo. C'è un ampio consenso per il quale si applica agli ebrei la definizione di "popolo" secondo l'insieme dei criteri definiti dal diritto internazionale... CONTINUA A LEGGERE QUI

Ada Ascarelli Sereni: storia di una sionista italiana

Nel luglio 1927, con la bambina piccolissima, Enzo e Anna cominciarono un'avventura entusiasmante e terribile, quella del ritorno in Israele, la cui ricostruzione doveva passare attraverso un'autentica mutazione antropologica che prevedeva il farsi contadino e operaio da una parte, e intellettuale e studioso dall'altra, secondo la tradizionale visione dell'idealismo marxista... CONTINUA A LEGGERE QUI


Antisemitismo e/o antisionismo: la parola agli studiosi


Un altro problema, particolarmente presente nei dibattiti recenti sull’antisemitismo, è se l’anti-sionismo rappresenti o no, di per sé, una forma di antisemitismo. Strettamente legati a questo sono altri due problemi: dove si situa il confine tra una critica “giustificata” di Israele ed una critica “antisemita”? In quale misura le comunità e le istituzioni fuori da Israele si vedono come rappresentanti di Israele? Ed è di per sé antisemitismo se le comunità ed istituzioni ebraiche diventano un bersaglio delle proteste contro Israele e/o le sue politiche?... CONTINUA A LEGGERE QUI


Israele: prima e dopo la nascita dello Stato


A partire dalla prima metà del XIX secolo, i pionieri Sionisti si unirono alle comunità ebraiche locali nel ricostruire la madrepatria ebraica in quella che era allora l’Impero turco, acquistando terra dalla Corona turca e da possidenti arabi (gli effendi). Non vi fu alcuna invasione, nessuna conquista, e nessun furto di terra araba... CONTINUA A LEGGERE QUI


La Dichiarazione di Balfour

Ci sono diverse teorie sul perché gli inglesi decisero di firmare la dichiarazione di Balfour. Alcune di queste teorie, come quelle che  affermano che "i soldi degli ebrei facevano gola" alla Gran Bretagna o servivano per appoggiare gli Stati Uniti in guerra, sono invenzioni razziste. Tuttavia le circostanze esatte della dichiarazione non sono chiare... CONTINUA A LEGGERE QUI

Sionismo 1882-1939 tratto da Storia degli ebrei di Chaim Potock


Sotto il regno di Nicola I, la Russia garantì ai suoi ebrei alcuni diritti, divennero fra le altre cose liberi di dimorare dove volessero. Nel 1861 venne abolita la servitù della gleba, si diffondevano le idee socialiste e darwiniane. Molti ebrei aderirono a gruppi rivoluzionari. Man mano che i divieti del passato venivano meno, entravano prepotentemente nella vita culturale del paese: soprattutto intellettuali, giornalisti, poeti, artisti, e ovviamente letterati. Al punto da creare disagio nell’intellighenzia russa. Parliamo di Dostoevsky, Gogol, Puskin, ma anche gli stessi Marx e Bakunin. Come disse Theodor Herzl, al banchiere Hirsh... CONTINUA A LEGGERE QUI


 Come sarebbe il mondo se vincesse Hamas?


Un solo minuto. Per un solo minuto vorrei vedere come sarebbe il mondo se vincesse Hamas. Se i regimi come l'Iran avessero la meglio sull'occidente, se i talebani governassero sull'Afganistan, se i califfati di Iraq fossero regimi legittimamente accettati dall'ONU... CONTINUA A LEGGERE QUI

Lea, la caporale italiana che ha conquistato Israele 

... Ciò che ha subito colpito Lea è che «oltre il 20 per cento dei volontari stranieri non sono ebrei», vengono «da Stati Uniti, Canada, Sudamerica, Europa, India, Singapore» e «si sentono legati ad Israele per le ragioni più diverse, vogliono aiutare». Proprio con i non ebrei Lea ha debuttato come istruttore. «Era un gruppo di finlandesi ed olandesi, tutti cristiani, dai quali ho imparato molto in altruismo»... CONTINUA A LEGGERE QUI