domenica 29 aprile 2012

Ma allora non si puo' criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo?

 


Girando nel web, intervenendo nelle discussioni, leggendo cio' che scrivono gli altri, si riesce a collezionare in breve tempo un numero di commenti esemplificativi del "comune sentire" rispetto alla questione Israelo-palestinese. Strabilianti per numero e varietà! Frasi brevi di solito, poco o punto argomentate e pero' illuminanti circa il pregiudizio e la completa ignoranza che circonda tutto quanto riguardi la storia di Israele e la conoscenza dell'ebraismo. Ovviamente chi si espone scrivendole in pubblico è convinto si essere, al contrario, perfettamente edotto in materia. Le possiamo suddividere in categorie; cominciamo dalla più divertente:

 

CASTRONERIE


La discussione verteva sull'omicidio Arrigoni; Ben commentava: se fosse stato onesto avrebbe lavorato nella West Bank, non nella striscia di Gaza.  Ma ecco che Francesca coglie la palla al balzo e scrive:  

"Non esistono onesti che lavorano in banca! Non è un caso che la maggior parte delle banche sono made in Israel! E' nel vostro DNA essere avidi, approfittatori e usurai!"

Ma povera Francesca! Lo voleva proprio dire cosa pensa degli ebrei; le è bastato sentire BANK ed è scattato il riflesso condizionato!

Ma c'è di più: l'argomento diritti umani. In questo campo Maura è molto ferrata e per questo si prende la briga di scrivere:

"Ah mi sono dimenticata di Israele.... che stupida.... l'unico vero Paese democratico! Cosi' democratico che ancora vige la legge della lapidazione, dove chi non segue la religione di quel Paese viene cacciato (attento se sei cattolico sono cazzi tuoi), cosi' democratico che ha costruito dei lager a cielo aperto per il popolo che cortesemente lo ha ospitato per sessant'anni. Complimenti, tu si' che hai capito tutto!"

Beh Maura, grazie! Grazie per averci donato un minuto di allegria. Sulla "lapidazione ancora in vigore" sorvolo e sorrido; strano che la nostra non si sia accorta che dove questo esiste davvero in pochi si levano a condannare. In merito ai cristiani di Israele QUI  Per la continuità della presenza ebraica in Eretz Israel QUI  In merito a "l'ospitalità" QUI
Si potrebbe discutere su come sia estremamente semplice credere a "un popolo palestinese sempre stato li'" e quanto risulti difficile considerare gli ebrei un popolo di origine Medio Orientale quale è. Forse perché gli israeliani rispondono molto poco ai canoni immaginati propri ai medio orientali e molto a quelli americani? Anche quessto è un pregiudizio. Un pregiudizio che ci introduce alla seconda categoria:


 

Chi sono gli israeliani? E che cos'è Israele?

 

Simona: "Israele un paese civile! ah ah ah un'accozzaglia di bastardi sionisti, assassini alla stessa stregua degli integralisti islamici"

Giusy: "Perché Israele è uno stato?" Eh si'

Informare per Resistere, admin Stefano: "Essere contro lo Stato di Israele è essere antisemiti? Ahahaha, non sapete più cosa inventarvi voi nazi-sionisti"  Essere "contro"? Che cosa significa? Nazi-sionisti?

Informare per Resistere, admin Stefano: "Fatti la pagina "ammazziamo tutti i palestinesi, spariamo ai bambini ma se mi critichi sei antisemita" Già

Gianni: "Si puo' anche fare a meno di Sion"

Sono solo piccoli esempi in un repertorio sconfinato. Israele non è percepito come uno Stato, Israele non ha diritto a esistere, "se ne potrebbe fare a meno" e quando si dice questo ecco lo Stato sionista o nazi-sionista secondo alcuni, diventa Sion. E' come dire " di voi ebrei se ne potrebbe fare volentieri a meno".

Scrive Cristiana Facchini, Direttore Centro Interdipartimentale di Scienze delle Religioni, nel suo articolo:
Le metamorfosi di un'ostilità antica. Antisemitismo e cultura cattolica nella seconda metà dell'Ottocento, «ANNALI DI STORIA DELL'ESEGESI», 2010, 27/1, pp. 187 - 230
" occorre sottolineare che il rapporto storico tra ebrei e cristiani è determinato dalla presenza di un antagonismo strutturale che prende forma fin dai primi secoli dell’era cristiana. La storia di questo rapporto è tanto affascinante, quanto complessa e ambivalente se si accettano le affermazioni di alcuni storici, secondo i quali il processo di parificazione giuridica che coinvolse anche le comunità ebraiche – raggiunta tra la fine del Settecento e nel corso dell’Ottocento – sia stato il prodotto di un cambiamento di sensibilità all’interno di alcuni gruppi cristiani. Non potendo affrontare questo delicatissimo tema, vorrei però sottolineare un aspetto importante: i cristianesimi, alcuni più di altri, non possono esistere senza “antigiudaismo” essendo questa una componente strutturale della loro identità culturale. Essendo il cristianesimo un sistema religioso complesso, anche l’antigiudaismo è un sistema complesso, che abbraccia più sfere dell’azione sociale e culturale. Laddove il cristianesimo si fa cultura, ossia esce dalle sfere strettamente ecclesiali e modella la vita associata del gruppo di fedeli, allora anche l’antigiudaismo diventa culturale espandendosi oltre la sfera circoscritta del teologico/religioso. Parallelamente, questo aspetto strutturale contempla anche un altro dato, ossia la necessità, che matura a partire dal Seicento, di trovare una soluzione, una collocazione sul ruolo degli ebrei e dell’ebraismo nella società cristiana. Questi elementi sono molto importanti per comprendere alcuni delle questioni che solo superficialmente verranno affrontati in questo breve intervento, dedicato ad alcuni aspetti dell’antisemitismo cattolico. Nella sua variante cattolica, l’ostilità antiebraica riflette le tensioni e i rapporti istituzionali che caratterizzano l’organizzazione del cattolicesimo: nel ricostruire le forme di questa secolare ostilità occorre prestare attenzione alle istanze che provengono dal centro, con punto focale Roma e alle istituzioni che da essa dipendono – per poi analizzare i rapporti con le diverse costellazioni locali, le quali recepiscono i modelli culturali dall’alto e li rielaborano adattandoli ad esigenze specifiche. Le istanze locali (periferie urbane o interi contesti nazionali) sono a loro volta differenziate al loro interno in “culture cattoliche” che a partire dall’Ottocento si politicizzano in direzioni talvolta anche divergenti. Infine, occorre ricordare che la ricerca sulle forme di antisemitismo cattolico deve tenere presente due elementi che contraddistinguono la natura del cattolicesimo: la sua componente politica (che non cessa mai di agire e strutturarsi nella storia) e la sua componente spirituale. Vale a dire, la compresenza, nella chiesa, dell’agire intra-mondano e dell’agire ultra-mondano, elementi fortemente intrecciati tra di loro e che se ben valutati, illustrano megglio le dottrine antiebraiche, parte connaturata della tradizione dottrinale cristiana e cattolica, ed elemento centrale delle sue pratiche politiche."


E Sebastien, in una mirabile sintesi ci dice: "Palestina Libera, Israele Stato criminale, Mossad=Gestapo, Tzahal=SS, Viva Carlos!"

Continua.....

2 commenti:

bertoldo ha detto...

il tizio in alto con la maglia viola esemplifica il concetto di sionismo ...di che colore era il pulmana che portava l'italia di calcio in giro ai recenti europei ? di che colore e che stemma era sotto le scritte dei riassunti delle partite .di che colore sono le casacche degli arbitri in questa stagione e potrei andare oltre ...il sionismo è un cancro mondiale .

Ricercatori nel web ha detto...

Pure la Morgantini con la sciarpa viola!!
L'ho sempre detto che era una sporca spia del mossad...
http://i1.ytimg.com/vi/xOVvNoY1s7s/hqdefault.jpg