sabato 14 aprile 2012
La Delegazione Palestinese e la propaganda
da: Oriente Moderno,
Anno I, Nr. 5,
15 ottobre 1921, p. 290
La Delegazione Palestinese e la propaganda. - Dopo aver lodato l’attività della Delegazione Palestinese a Londra, e il consenso che vi trova negli ambienti politici, il Karmel rileva che essa, più che una missione ufficiale politica, è una missione di propaganda.
La Palestina non può appoggiare la propria Delegazione come l’Irlanda sostiene de Valera, l’India la Delegazione pro Califfato, e l’Egitto Zaghlul, perché il suo popolo è debole per numero e importanza politica. La Francia e l’Inghilterra seguono verso il mondo arabo una politica di smembramento; non solo la Palestina è stata divisa dalla Siria, ma le hanno tolto la Transgiordania, per rendere più difficili i rapporti con il Higiaz e la Mesopotamia; alla Siria viene applicato il decentramento; altre misure simili si prevedono in Mesopotamia.
Contro questi sistemi si può reagire con la propaganda, illuminando l’opinione pubblica inglese sui disastrosi effetti della politica sionista per il suo buon nome in Oriente. Non che i colloqui della Delegazione col Papa e coll’arcivescovo di Canterbury non abbiano dato buoni risultati, ma oggi è necessario battere una via diversa; pubblicare articoli nella stampa inglese, tener conferenze, far parlare predicatori nelle chiese, ricorrere a mezzi pratici moderni per diffondere nel pubblico britannico la conoscenza del punto di vista palestinese. Se i membri della Delegazione non sono in grado di prendere personalmente contatto con l’opinione pubblica, si rivolgano a scrittori ed oratori inglesi intenditori di questioni orientali, come affiderebbero la difesa dei loro privati interessi ad abili avvocati. Quanti agl’indigeni della Palestina, combattano la politica di smembramento con un’attiva propaganda, estesa a tutto il mondo arabo, in modo che la questione palestinese non sia considerata da sola, ma venga a collegarsi ai problemi generali dei paesi arabi. (al-Karmel, 10-9-1921). - V. d. B.
http://politica-internazionale.blogspot.com/2010/06/la-questione-sionista-ed-il-vicino.html#trentacinque
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