domenica 15 aprile 2012

Abdullah vuole divorziare dai palestinesi

 


KHALED ABU TOAMEH

Re Abdullah sta cercando di completare il procedimento di divorzio tra la Giordania e i palestinesi che il suo defunto padre, re Hussein, aveva iniziata nel 1988, a luglio, pochi mesi dopo lo scoppio della prima intifada.
Re Hussein si rese conto allora che non era nell'interesse del suo regno mantenere un legame con la Cisgiordania, dimora di centinaia di migliaia di palestinesi.
La sua più grande paura era che l'intifada si diffondesse in Giordania, dove la maggioranza palestinese avrebbe potuto sollevarsi contro la sua monarchia.

Tagliando i legami legali e amministrativi tra la Giordania e la Cisgiordania, re Hussein segnalo' il suo desiderio di separarsi dai palestinesi che vi abitano. All'epoca, giordani e palestinesi salutarono la decisione come un passo positivo per i palestinesi verso l'istituzione di un proprio Stato.
Ma molti giordani ritennero il divorzio incompleto, in considerazione del fatto che la maggior parte dei palestinesi in Giordania continuava a mantenere la cittadinanza giordana.

Negli ultimi anni, il re Abdullah ha dovuto far fronte ai propri sudditi che gli chiedevano di agire rapidamente per garantire la completa separazione dai palestinesi.
Nel 2009, Amman ha cominciato con il revocare la cittadinanza giordana a migliaia di palestinesi, scatenando forti proteste da organizzazioni dei diritti umani e gruppi filo-palestinesi in tutto il mondo.
Nell'ultimo anno, la Giordania ha dovuto rispondere alle domande interne che chiedevano riforme e democrazia. La "primavera araba" che ha spazzando il mondo arabo, ha spinto migliaia di giordani a scendere in piazza ogni settimana per chiedere cambiamenti reali e libertà.

Le crescenti proteste hanno imbarazzato e confuso il re Abdullah, che ha sentito il pericolo avvicinarsi rapidamente.
La paura più grande del monarca è che l'organizzazione potente e popolare dei Fratelli Musulmani possa formare un'alleanza con i palestinesi e rivoltarsi contro il suo regime, minando seriamente il suo potere.
Re Abdullah ora spera che una nuova legge elettorale impedisca sia agli islamici che ai palestinesi di ottenere vittorie nelle prossime elezioni parlamentari, previste per la fine di quest'anno.

Le voci, in Israele e altrove, sull'ipotesi di trasformare la Giordania in uno stato palestinese è un altro motivo di timore per il re, preoccupato per il futuro del suo regno. Questo spiega il suo rifiuto di accogliere 1.100 rifugiati palestinesi, fuggiti dalla Siria nelle ultime settimane, mentre allo stesso tempo, più di 100.000 siriani hanno trovato rifugio in Giordania.
I giordani non hanno alcun problema ad assorbire decine di migliaia di iracheni, siriani e libici. Ma quando si tratta di palestinesi, è una storia completamente diversa. L'ultima cosa della quale re Abdullah ha bisogno è l'arrivo di 500.000 palestinesi nel paese.

Re Abdullah cerca di prendere le distanze dai palestinesi. Vorrebbe che i palestinesi andassero in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza a stabilire il proprio stato, lì e non altrove.
Il re si rassicurerebbe solo se un ufficiale israeliano o statunitense gli dicesse che "la Giordania è per i giordani e la Palestina per i palestinesi".

http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?ID=265777&R=R1&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

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