lunedì 16 aprile 2012

ORIGINE DELL’ANTISEMITISMO ISLAMICO NEGLI ANNI TRENTA

Durante la seconda guerra mondiale, in molte parti del mondo arabo si manifestarono simpatie per il nazismo, non tanto come adesione alle dottrine hitleriane, quanto come ostilità contro gli inglesi. Il leader del movimento arabo palestinese - gran muftì di Gerusalemme HajJ Amin al Husayni - si schierò apertamente a fianco di Hitler con il duplice obiettivo di interrompere l’insediamento ebraico in Palestina e di realizzare, a fianco della Germania ma grazie ad una guerra santa dell’Islam, la “Soluzione finale” del problema ebraico in tutto il mondo.
La storia del Muftì Husayni aiuta ad inquadrare la genesi dell'antisemitismo musulmano.
La sconfitta dell’Impero ottomano durante la prima guerra mondiale segnò, dopo secoli di conquiste dell’Islam, la fine del Califfato. La Palestina era sotto mandato britannico e, in seguito alla dichiarazione Balfour, gli ebrei di tutto il mondo vennero incoraggiati a raggiungere la loro «Terra promessa» in vista di un probabile futuro Stato ebraico. In questo contesto, nel 1921, Hag Amin al-Husayni venne nominato Muftì di Gerusalemme e divenne il più importante leader islamico del Medio Oriente; è forse il nonno dell’attuale fondamentalismo islamico e della lotta armata (Intifada) contro gli ebrei condotta oggi da numerose organizzazioni terroristiche islamiche. Il Muftì fu il primo politico a proclamare la jihad contro le "potenze anglo-giudee" osteggiate da Hitler. Il suo appello a creare un "Nuovo Ordine Mondiale" è del 1931, data del primo congresso islamico mondiale, che si svolse a Gerusalemme. Ma Hag Amin al-Husayni si rifiutò di limitare la jihad a Gerusalemme, allora sotto mandato britannico: si immaginava già che l'emigrazione ebrea dall'Europa avrebbe portato a un nuovo Stato, dopo la dichiarazione Balfour, l'emigrazione dovuta ai pogrom in Russia ed ai regimi nazifascisti che crescevano in Europa. Siglò così un’alleanza con la Germania, spingendo le nazioni islamiche verso la jihad e il nazifascismo.

Parallelamente, nel 1928 nacquero i “Fratelli Musulmani”, organizzazione integralista dalla quale deriva Hamas. "Alla fine degli anni '30, l'organizzazione Fratelli Musulmani aveva filiali in ogni provincia egiziana. Dieci anni dopo contava 500.000 membri nel solo Egitto e un'ampia e fedele rete di sostenitori politici in Palestina e in tutto il Medio oriente arabo2". Le nefaste idee del fondatore al-Bannah suonavano inequivocabili: "Non vi sarà giustizia né pace in terra fino a quando non saranno istituiti il dominio del Corano e il blocco dell'Islam". Anche gli scritti di Sayyid Qutb, contemporaneo di al-Bannah e del Muftì sono ancor oggi la base ideologica del terrorismo sunnita e della jihad sciita. Qutb ha ispirato Khomeini, Arafat e Osama Bin Laden (che studiò a Gedda col fratello di Qutb, poco prima di entrare in contatto con i Fratelli Musulmani).
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Al Husayni, arrivato a Berlino, diventò assiduo frequentatore di Himmler. Andò ad Auschwitz, accompagnato da Eichmann, ed esortò le guardie a lavorare con "maggiore efficienza e diligenza". Annotò sul diario che Eichmann era "un diamante rarissimo, il vero salvatore degli arabi". A Berlino trasmise proclami via radio in arabo e propose a Himmler la formazione della famigerata divisione SS Handschar, che massacrò il 90% degli ebrei di Bosnia.
Nel frattempo, un capitolo importante della Shoah ebbe luogo nell’Africa settentrionale. Se in quei territori non vennero istituiti veri e propri campi di sterminio, parecchie migliaia di ebrei vennero reclusi in oltre cento campi di lavoro dove il lavoro forzato, la tortura, la deportazione e le esecuzioni erano la regola. Nel Nord Africa nazi-fascista, fra il ‘40 e il ’43, trovarono la morte tra 4.000 e 5.000 ebrei.
Dopo la guerra, scampato a Norimberga, al-Husayni si divise tra l’Egitto, dove rinsaldò i rapporti con Sayyid Quøb e Hassan al-Bannah, rispettivamente il teorico e il fondatore dei Fratelli musulmani, e Beirut: qui pose sotto la sua ala protettiva un suo giovane parente che
negli anni successivi diventerà un protagonista della politica mediorientale: Yasser Arafat che,
dopo aver militato all’inizio degli anni '50 nei Fratelli Musulmani, diventò così suo allievo ed
erede di Al Husayni. Quest’ultimo riuscì a imporre la leadership di Arafat sui palestinesi,
utilizzando come collante proprio l'antisemitismo. Morì a Beirut nel 1974.

Dall’appendice del libro di David G. Dalin e John F. Rothmann, La mezzaluna e la svastica. I segreti dell’alleanza fra il nazismo e l’Islam radicale, Lindau, 2009, corrispondenza e documenti:

Estratto della Lettera del Muftì a Hitler, 20 gennaio 1941, Baghdad


...E adesso, dopo tanti altri paesi della penisola arabica, è giunto il momento della Palestina. Il suo caso, Eccellenza, le è ben noto poiché anche la Palestina ha sofferto della perfidia inglese. Si

tratta di creare un ostacolo all’unità e all’indipendenza dei paesi arabi contrapponendoli
direttamente agli ebrei di tutto il mondo, nemici pericolosi le cui armi segrete sono il denaro, la
corruzione e l’intrigo, oltre alle baionette britanniche. Da vent’anni ormai ci ritroviamo faccia a
faccia con queste diverse forze. Armati di una fede invincibile nella loro causa, gli arabi di
Palestina hanno combattuto con i mezzi più rudimentali. La questione della Palestina, inoltre, ha
unito tutti i paesi arabi in un odio comune per gli inglesi e gli ebrei. Se l’esistenza di un nemico
comune è il preludio alla formazione di un’unità nazionale, possiamo dire che il problema
palestinese ha accelerato questa unità. Dal punto di vista internazionale, gli ebrei di tutto il
mondo hanno accordato la propria fedeltà all’Inghilterra nella speranza che, in caso di vittoria,
essa riesca a realizzare i loro sogni in Palestina e anche nei vicini paesi arabi. Se gli arabi vengono
aiutati a sconfiggere gli obiettivi sionisti, gli ebrei, soprattutto quelli americani, si
demoralizzeranno vedendo svanire nel nulla l’oggetto dei loro sogni, tanto che non saranno più
così entusiasti di aiutare la Gran Bretagna e si ritireranno prima della catastrofe.
Il gran Muftì di Palestina Muhammad Amin al-Husaynii



Testo dei telegrammi inviati da Himmler e Ribbentrop al Muftì il 2 novembre 1943, giorno del ventiseiesimo anniversario della Dichiarazione Balfour. Il discorso del Muftì e questi telegrammi furono riportati in un pamphlet dal titolo «Discorso di Sua Eminenza il gran Muftì alla manifestazione di protesta del 2 novembre 1943 contro la Dichiarazione Balfour». Il pamphlet fu pubblicato dall’Islamische Zentralinstitut di Berlino legato al Muftì.

A Sua Eminenza Il Grossmufti di Palestina Amin al-Husaynii

Segue il testo del telegramma di Himmler:
Sin dalla sua nascita il Movimento Nazionalsocialista ha iscritto sulla sua bandiera la lotta contro ’ebraismo mondiale. Pertanto ha sempre seguito con simpatia la battaglia degli arabi, animati dal loro amore per la libertà, contro gli intrusi ebrei. Il riconoscimento di questo nemico e della battaglia comune contro di esso costituisce la solida base dei legami naturali tra la Grande Germania nazionalsocialista e i maomettani che in tutto il mondo amano la libertà. Con questo pensiero le trasmetto, nell’anniversario dell’empia Dichiarazione Balfour, i miei sinceri saluti e auguri per la vittoria finale della vostra battaglia.

Segue il testo del telegramma di Ribbentrop:

Mando i miei saluti a Sua Eminenza e a quanti si trovano oggi nella capitale del Reich al raduno da lei presieduto. La Germania è legata alla nazione araba da antichi rapporti di amicizia e oggi più

che mai siamo alleati. L’eliminazione del cosiddetto focolare nazionale ebraico e la liberazione di
tutte le terre arabe dall’oppressione e dallo sfruttamento delle potenze occidentali è parte
inalterabile della politica del Grande Reich tedesco. Possa arrivare presto l’ora in cui la nazione
araba costruirà il proprio futuro e stabilirà l’unità in piena indipendenza.
http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/2010/03/26/origine_dellantisemitismo_isla.html

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