domenica 15 aprile 2012
Unesco: la Siria eletta nel comitato diritti umani
Ginevra, 23 novembre 2011 – UN Watch si è rivolto oggi al Consiglio esecutivo dell'UNESCO, comprendente Stati Uniti, Francia, Inghilterra e altre democrazie occidentali, per contrastare l'elezione all'unanimità della Siria al Comitato dei diritti dell'uomo, comitato che si occupa direttamente di questioni riguardanti i diritti umani, mentre il regime di Bashar El Assad continua la sua campagna di violenza contro i suoi stessi cittadini.
L’élezione della Siria è avvenuta un giorno prima che la Lega dei paesi arabi decidesse di sospendere l'adesione del paese.
« La sospensione della Siria da parte della Lega araba perde ogni senso se poi gli Stati membri la eleggono al Comitato dei diritti dell'uomo all'Onu», spiega Hillel Neuer, direttore esecutivo dell'UN Watch con sede a Ginevra. "E' vergognoso eleggere un paese che reprime il suo proprio popolo e incaricarlo di discutere le questioni riguardanti i diritti umani su scala mondiale".
Neuer sottolinea che la decisione del consiglio d'amministrazione "non deve meravigliare poi tanto, vista la sua composizione". Sono stati infatti recentemente accolti "paesi che attentano continuamente ai diritti umani, come l'Arabia Saudita, Cuba, il Pakistan e la Russia." "La Siria era già nel consiglio esecutivo - nota Neuer -come lo sono altri paesi non rispettosi dei diritti umani, come il Venezuela, lo Zimbawe, la Bielorussia, la Cina, il Vietnam e l'Algeria". Secondo l'Onu, la repressione in Siria nei confronti dei manifestanti contro il regime ha fatto più di 3500 morti negli ultimi otto mesi.
«Premiando il regime assassino siriano con la legittimità internazionale, l'Unesco ha messo in pericolo gli interessi fondamentali degli Stati Uniti e dei suoi alleati, andando contro la sicurezza nazionale, la stabilità regionale e i valori democratici."
La Siria siederà in questo comitato per la durata di due anni, durante i quali i 30 membri esamineranno le convenzioni e le comunicazioni "relative all'esercizio dei diritti umani", secondo il sito web dell'Unesco. La Siria è stata inoltre associata al comitato dei 23 membri delle organizzazioni internazionali non governative, il cui mandato è incoraggiare i gruppi di attivisti (Ong) a favorire la realizzazione degli obiettivi unitari dell'Unesco.
Nel tentativo di proteggere l'amministrazione dell'Unesco dalle critiche, il direttore esecutivo dell'agenzia, Irina Bokova, ha insistito a sostenere di avere le mani legate. Ha perfino infranto il protocollo commentando che la scelta del comitato esecutivo non è stata una buona idea. « Il direttore generale e il segretario sono sono sottoposti alle decisioni degli Stati membri e non sono autorizzati a fare commenti», ha dichiarato Sue Williams, portavoce principale dell'Unesco.
« In ogni caso, visti gli sviluppi in Siria, il Direttore generale non vede come questo paese possa contribuire ai lavori dei comitati ».
La direttrice Irina Bokova, a nome de l’UNESCO, si batte per evitare il taglio dei fondi americani all'agenzia, a seguito di un'altra decisione controversa - il voto, lo scorso mese, favorevole all'ammissione della palestina come membro effettivo.
Gli Stati Uniti pagano il 22 % dei budgets di tutte le agenzie Unesco. I tagli sono stati decisi in ragione della legislazione americana che vieta i finanziamenti a quella parte dell'Onu che riconosca la Palestina la quale non è riconosciuta dall'organizzazione come paese indipendente.
Per questo Irina ha titolato a grossi caratteri questo mese, quando uno dei direttori della comunicazione ha convocato l'ambasciatore di Israele all'Unesco per lamentarsi di una vignetta pubblicata sul giornale israeliano Haaretz. Haaretz ha precisato che la vignetta era una risposta alla collera del governo israeliano circa la decisione di ammettere la Palestina.
Ileana Ros-Lehtinen, che presiede la commissione affari esteri alla Camera dei rappresentanti negli Stati Uniti, ha commentato gli sviluppi all'Unesco dicendo che l'agenzia "continua a eccellere per i suoi comportamenti stupefacenti e pericolosi."
Mentre gli Stati Uniti ed alcuni alleati chiave, comprese Gran Bretagna e Francia, sono membri del consiglio d'amministrazione dell'Unesco, le democrazie occidentali sono una minoranza al suo interno. Il Canada che si è associata agli Stati Uniti, opponendosi all'adesione della Palestina all'Unesco, ma che non è membro del consiglio d'amministrazione, ha dichiarato a UN Watch di aver rimpianto la decisione di eleggere la Siria.
« Anche se il Canada non è implicato in questa decisione, troviamo molto problematico constatare che la Siria sia stata designata dal gruppo arabo all'Unesco come membro nelle convenzioni, data la violazione costante e ripetuta del regime d' Assad ai diritti dell'uomo», ha dichiarato Joe Lavoie, portavoce canadese del ministro degli Affari esteri,John Baird. «Il Canada continua con forza e fermezza a chiedere a Assad di ritirarsi».
UN Watch ha sottolineato che una risoluzione per maggioranza schiacciante all'Assemblea generale delle Nazioni Unite del "terzo" comitato -quello che si occupa dei diritti umani - andrebbe a sostenere le richieste siriane alla propria "integrità territoriale" e "indipendenza politica" mentre la Siria è condannata per la sua repressione violenta.
http://www.israel-flash.com/2011/11/unesco-la-syrie-elue-au-comite-des-droits-humains-un-watch-appelle-lunesco-a-annuler-cette-decision/#axzz1eiWf0hte
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