domenica 15 aprile 2012

Alcuni miti sul conflitto mediorientale


Mito 1 : Tutti conoscono già i parametri della pace, c'è solo da applicarli
Totalmente falso. Che si tratti di frontiere, di Gerusalemme, del diritto di ritorno dei rifugiati, della demilitarizzazione dello stato palestinese, non esiste nessun punto immaginabile oggi tra le esigenze palestinesi e israeliane. E più l'approccio è concreto e tecnico, più il fossato si allarga. Per esempio, su Gerusalemme e sul diritto al ritorno, i palestinesi si appellano a obblighi religiosi per non cedere nulla. 
Mito 2 : La pace per Israele dipende dalla creazione di uno stato palestinese al suo fianco
Dipende dalla natura dello stato palestinese. Se Israele avesse avuto a che fare con degli svizzeri, la questione sarebbe risolta. Abbiamo a che fare con arabi manipolati da oltre un secolo da un'ideologia radicale, antisemita e revisionista. Gaza e il Libano del Sud  hanno mostrato come il ritiro di Israele abbia piuttosto dato vita ad una entità jihadista e terrorista esclusivamente votata alla guerra. 
Mito 3 : Lo status quo non è tollerabile né sostenibile
Uscire da uno status quo puo' condurre a una guerra calda (esempi Cipro e il Kashmire). I palestinesi che hanno gli standards di vita tra i più elevati del mondo arabo preferiscono d'altronde l'autorità di uno stato ebraico a quello di Ramallah (sondaggio tra i palestinesi di Gerusalemme). Bisogna aspettare se la situazione non è matura. 
Mito 4 : Hamas puo' emendarsi e l'accordo con Fatah è una buona notizia
La ragione d'essere di Hamas è la guerra totale contro Israele e il genocidio degli ebrei, come enunciato all'articolo 7 del suo statuto. Dopo la firma dell'accordo con Fatah ha moltiplicato i sermoni di fedeltà alla sua dottrina.

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